sabato 8 febbraio 2014

Sochi e la coscienza collettiva


Il gruppo di atleti tedeschi
Foto: whitelines.com
L'Italia sfila in blu navy, tendente al nero. Il colore scuro sfina. La Germania con i colori arcobaleno contro l'omofobia. Letta va in Russia - anche se non tanto e come lo faceva Berlusconi - mentre la Merkel se ne sta a casa. Olimpiadi di Sochi, 2014. La chiave sta lì, anche in quei colori. 
Due popoli diversi. Uno che pare aver imparato dalla Storia e uno che... con la storia non si mettono i tagliolini al tartufo in tavola e non si trova un impiego alle Poste ai figli e non si va a sciare a Cortina quindi non serve a niente. Un popolo che, con fatica, governa una crisi, e uno che non solo non sa cosa vuol dire governare (e non solo la crisi) ma che si ostina a comportarsi come negli anni '60 pensando che sia rimasto tutto uguale.
Il gruppo di atleti italiani
Foto: www.myluxury.it



Noi possiamo pensare che con il Tav questo non c'entri nulla e invece c'entra. Un Paese composto di persone arretrate, legate all'aspetto barbaro del cattolicesimo, al fascismo e al patriarcato, non potrà che eleggere persone che quel modello rappresentano. Eletti che faranno gli interessi dei loro elettori punendo i gay perché anormali, i migranti in quanto diversi (e criminali a prescindere), chi lotta per la conservazione della terra in quanto retrograda.

Sochi e il Tav c'entrano. Letta, il nostro premier sostenitore delle grandi opere che ci porteranno nuovo splendore, progresso e meraviglie inenarrabili, va in Russia dopo che tutti i capi di Stato europei avevano garbatamente rifiutato con scuse più o meno credibili. Ma è chiaro che il punto è quello: non sai cosa sono democrazia e diritti umani - e le Pussy Riot ne sanno qualcosa più di noi - e io da te a vedere la tua arena con i leoni non ci vengo. Mi sembra il minimo. E l'italiano cosa fa? Niente. Tanto le olimpiadi invernali sono per i perdenti. Il calcio sì che conta. Letta avesse detto "non partecipiamo ai mondiali" ci sarebbe stata la rivoluzione.

Sochi e il Tav - e un sacco d'altre cose - c'entrano. Perché, oggi, condannano tre valsusini (Alberto Perino, Loredana Bellone e Giorgio Vair) a pagare 215mila euro di multa - mal contati - per aver impedito un sondaggio che, oltretutto, si è rivelato inutile e cercano di mettere in galera persone che hanno violato simbolicamente un sigillo (ricordiamo che la baita è stata annessa senza problemi all'interno dell'area cantiere) e lasciano in cella ragazzini presi con cinque canne in auto, mentre buttano fuori con lo svuota-carceri criminali ben peggiori, soprattutto se colpevoli di crimini contro il patrimonio dello Stato. Tanto, i soldi sono i nostri.

Sochi e il Tav c'entrano perché in tutto il mondo si sta sviluppando una nuova coscienza collettiva che non vede bene lo sperpero di denaro, che pensa che la terra sia la risorsa primaria per la sopravvivenza di noi tutti e che ritiene giusto che ciascun essere umano viva la sua vita senza essere discriminato.
Un giorno, una persona che conosco mi ha detto: dovremmo lasciarglielo fare il Tav perché tutti vedano lo scempio e capiscano che benefici non ce ne saranno. Se non avessimo un futuro, figli, nipoti e speranza, forse, sarebbe persino ragionevole. Ma noi abbiamo ancora tutto questo ed è un prezzo un po' alto da pagare per poi poter dire che avevamo ragione. Vale per il Tav e vale per i diritti umani.


La campagna di raccolta fondi per aiutare i tre attivisti condannati a pagare la multa a Ltf non si ferma:

PER DONAZIONI VIA BONIFICO BANCARIO:
c/c BANCOPOSTA n. 1004906838
intestato a DAVY PIETRO CEBRARI MARIA CHIARA
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PER DONAZIONI VIA PAYPAL:
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